comunicato 0156/2013 indice news
Mitologia celeste. Di Enrico Collo, geologo, 4 incontri lunedì 25/11/013; 2-9 e 16/12/013 ore 21-23 costo 50€
MITOLOGIA CELESTE: VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL CIELO
Il cielo mitologico, favole delle stelle nel calendario astronomico; il cielo di oggi ed eventi astronomici del periodo; le news dal sistema solare e le più recenti scoperte astronomiche; com’è fatto l’Universo? Viaggio virtuale fra le galassie.
relatore: Enrico Collo
n° incontri: 4 incontri da 2 ore/cad
date: lunedì 25 novembre; 2, 9, 16 dicembre
orario: dalle ore 21.00 alle ore 23.00
luogo di svolgimento: Centro Giolitti
n° partecipanti ammessi: min 10, max 30
quota di partecipazione: € 50/cad
termine di iscrizione e versamento quota: venerdì 15 novembre entro le ore 12.00
La struttura amministrativa del Comune, compiti e funzioni. Della Dott.ssa Rancurello e funzionari del Comune.
Lunedì 20 e 27/1/014; 3 e 10/2/014 ore 21-22,30. GRATUITO
LA STRUTTURA AMMINISTRATIVA DEL COMUNE, COMPITI E FUNZIONI
Il corso è destinato a far conoscere la macchina comunale e può risultare utile sia come mero arricchimento culturale che per eventualmente prendere in considerazione l’idea di avventurarsi sulla strada quale quella di rivestire la carica di amministratore comunale.
relatore: Dott.ssa Rancurello e funzionari del Comune di Dronero
n° incontri: 4 incontri da 1,5 ore/cad
date: lunedì 20, 27 gennaio; 3, 10 febbraio
orario: dalle 21.00 alle 22.30
luogo di svolgimento: Centro Giolitti
n° partecipanti ammessi: min 7
quota di partecipazione: gratuito
termine di iscrizione: venerdì 10 gennaio entro le ore 12.00
Geologia della Provincia di Cuneo. Di Enrico Collo, 3 incontri 21 e 28/3/014; 4/4/014 ore 21-23; € 35
GEOLOGIA DELLA PROVINCIA DI CUNEO
La provincia di Cuneo come non l’avete mai vista: viaggio dal Monviso al Marguareis, nei luoghi più caratteristici delle valli cuneesi nell’antico Oceano Alpino; geologia delle Langhe e del Roero, ricche di fossili di un mare appena scomparso.
relatore: Enrico Collo
n° incontri: 3 incontri da 2 ore/cad
date: venerdì 21, 28 marzo; 4 aprile
orario: dalle ore 21.00 alle ore 23.00
luogo di svolgimento: Centro Giolitti
n° partecipanti ammessi: min 10, max 30
quota di partecipazione: 35 €/cad
termine di iscrizione e versamento quota: venerdì 14 marzo entro le ore 12.00
DAL SORRISO DI MOZART ALLA MALINCONIA DI CHOPIN, UN PERCORSO DAL CLASSICISMO VIENNESE AL ROMANTICISMO
Una serie di incontri incentrati sul perioda tra il 1770 e il 1860, comprendente alcuni tra i compositori più significativi della storia della musica, con la possibilità di recarsi a Torino, nel mese di maggio, per assistere a un concerto della Stagione Concertistica della Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.
relatore: Andrea Bissi
n° incontri: 4 incontri da 2 ore/cad
date: martedì 1, 8, 15, 22 aprile
orario: dalle ore 17.15 alle ore 19.00 circa
luogo di svolgimento: Centro Giolitti
n° partecipanti ammessi: min 5
quota di partecipazione: gratuito
termine di iscrizione: venerdì 21 marzo entro le ore 12.00
info Comune 0171 908703 segreteria.crollari@comune.dronero.cn.it
GDP SANTA ALLEANZA 2013 1 settembre
SANTA ALLEANZA: INTERVENTO, NON INTERVENTO, ANARCHIA INTENAZIONALE
di Aldo A. Mola
Nel 1815, per voltar pagina con lo sconquasso delle guerre franco-napoleoniche (1792-1815) e fondare il concerto europeo, le potenze vincitrici (Gran Bretagna, Russia, Austria e Prussia) associarono il vinto, la Francia. Ci vollero tre Trattati nel 1814 e i lunghi mesi del Congresso di Vienna, dal quale scaturì la Santa Alleanza, che in vertici successivi decise l’intervento militare per ristabilire l’ordine, cioè annientare i liberali che chiedevano monarchie costituzionali al posto di regimi assoluti. L’Austria mise in riga i liberali italiani. La Francia fece altrettanto con quelli di Spagna. La Russia ebbe mani libere per far regnare l’ordine a Varsavia. Nell’estate 1830 Luigi Filippo di Borbone-Orléans, elevato al trono da una rivoluzione senza sangue, e la Gran Bretagna decisero che i Belgi potevano staccarsi dai Paesi Bassi e costituirsi in regno indipendente sotto tutela internazionale. La Santa Alleanza rimase al palo. Allora i liberali si mossero, specie in Italia, confidando nel “non intervento”, ma la Francia lasciò campo libero alla repressione asburgica e si limitò ad occupare Ancona.
A parte l’indipendenza della Grecia e la formazione del regno d’Italia, frutto di guerre di bassa intensità, malgrado tensioni e conflitti periferici (dai quali sorsero Romania, Bulgaria, Montenegro), in Europa la pace resse sino al 1914. Lo scossone della guerra franco-germanica del 1870-71 indusse anzi a scaricare la gara per l’egemonia nella conquista degli spazi coloniali extraeuropei. Dopo la Grande Guerra per spegnere subito nuovi possibili incendi e arginare le rivoluzioni venne istituite la Società delle Nazioni, che funzionò poco e male. Non decise alcun intervento significativo, non fermò le guerre e nel 1935 deliberò le sanzioni economiche ai danni dell’Italia quando Roma invase l’Etiopia, membro della Società stessa. Le Nazioni Unite dal 1945 avocarono il potere di interventi militari e ne attuarono molti. Ma altre missioni di pace furono decisi da soggetti diversi, come la Nato, strumento militare dell’Alleanza Atlantica, e dal Patto di Varsavia (in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia). Ora si registra uno stallo, sia dell’ONU, sia di coalizioni multilaterali. Nella Comunità internazionale dilaga una pericolosa anarchia.
Torino, prima capitale d’Italia, ospita il XXXIX Congresso della Commissione Internazionale di Storia Militare per approfondire il rapporto tra “governo mondiale” e “interventi multilaterali”. Il tema è di scottante attualità, mentre alcuni governi si affannano a procacciare base legale alla ritorsione (a quale titolo?) contro al-Assad (su quali certezze e con quali rischi?). Ma per gli storici, esso ha millenni di precedenti. La riflessione sulla politica vera, cioè sul rapporto tra la diplomazia e le armi, come insegnò Clausewitz, vi si snoda infatti dalle Guerre del Peloponneso alla spedizione degli aghlabidi in Sicilia (827-909), dalla guerra di successione sul trono di Vienna (1741 -48) a una quantità fantasmagorica di “episodi” . Paese ospite dell’importante Congresso scientifico, realizzato con l’impegno degli Uffici Storici della Difesa (col. Matteo Paesano), dell’Esercito (col. Antonino Zarcone), della Marina ( C. V. Francesco Loriga) e dei Carabinieri (ten. Col. Flavio Carbone), l’Italia partecipa con docenti prestigiosi, quali Virgilio Ilari, Alessandro Barbero, Pietro Crociani e molti giovani ricercatori, alcuni dei quali già affermati, come Federica Saini Fasanotti, finalista del Premio Acqui Storia e autrice di un’ eccellente opera edita dell’Ufficio Storico SME sulle Operazioni militari italiane in Libia (1922-1931).
Dalla rassegna di Torino emerge che ogni Paese ha vissuto successi ed errori. La saggistica italiana ha invece solitamente enfatizzato soprattutto le sconfitte (Novara, Lissa, Adua, Caporetto, 8 settembre…), isolandole dal contesto e oscurando le vittorie, con una lettura negativa dello “strumento militare”. E’ quanto emerge, per esempio, da Generali di Domenico Quirico (che auspichiamo torni presto libero agli studi) e da molte opere di Nicola Labanca e altri seminatori di cupo pessimismo, dimentichi che dall’Unità le Forze Armate sono state con la pubblica istruzione la vera fucina della Nuova Italia Nuova e concorsero a liberare i cittadini dalla sottocultura fondata sulla superstizione, come ha documentato Oreste Bovio nella poderosa Storia dell’esercito italiano, ora riproposto dall’Ufficio Storico SME.
Quel passato fa aprire gli occhi sul presente. La Camera inglese ha rifiutato l’attacco militare alla Siria. Ancora una volta l’Inghilterra impartisce una lezione. E’ una monarchia costituzionale. La più antica d’Europa. Alle spalle ha la Magna Carta e l’habeas corpus, due pilastri della civiltà liberale. Da secoli il governo inglese non può decidere spese senza l’approvazione dei contribuenti e i cittadini non possono essere arrestati senza un’imputazione formale.
Si discuterà a lungo su questa svolta. Ci si domanderà se i deputati inglesi abbiano deciso solo per motivi giuridici (la mancanza di prove sicure dell’uso di armi chimiche da parte di el-Assad) o anche per interessi (i complessi rapporti economici tra Londra e il mondo arabo-islamico). Quel che conta è che il Parlamento ha rivendicato la propria sovranità sulla politica estera: un caposaldo della sua lunga fortuna degli inglesi, esaminata da Ottavio Bariè nei saggi raccolti da Massimo de Leonardis in Dall’Impero britannico all’Impero americano (Le Lettere), mentre ora l’egemonia degli USA risulta appannata, lontana dal ruolo di guida sicura dell’Occidente, come lo stesso Bariè osserva in Dalla guerra fredda alla grande crisi (il Mulino), finalista all’Acqui Storia. Proprio il declino dell’egemonia di Washington apre spazi alle frenesie di Stati di seconda e terza fila, smaniosi di protagonismo, come la Francia di Sarkozy e di Hollande.
Anche in Italia dalla Grande Guerra la centralità del governo politico della forza quale pilastro della democrazia fu il terreno di scontro fra due concezioni dello Stato. Di una fu interprete maturo Giovanni Giolitti che dall’agosto 1917 chiese a viso aperto di trasferire dalla Corona al Parlamento l’approvazione dei trattati internazionali e soprattutto il potere di dichiarare guerra. Non l’ottenne. Fu così che nel 1940 l’Italia venne buttata una seconda volta nella fornace di una guerra generale dall’andamento poi rovinoso, senza che alcun Istituto rappresentativo fermasse Mussolini: una catastrofe di cui paghiamo e pagheremo le conseguenze. Quei precedenti ci ricordano che dal 1848 al 1946 l’Italia fu monarchia costituzionale con poteri asimmetrici; dal 1946 scelse di essere una repubblica parlamentare, ma in troppi casi il Parlamento ratifica decisioni delicate assunte altrove. La verifica del corretto equilibrio tra i poteri avviene nelle ore supreme, quando ci si deve domandare se il Paese, sul quale ricadono le decisioni dell’esecutivo, concordi davvero con le decisioni del governo e sia disposto ad accollarsene il peso. Fu la domanda che si pose il ministro della Guerra Domenico Grandi nell’ottobre 1914: un dubbio “giolittiano”. Venne sostituito. Forse una conferenza di pace dell’ultimo minuto, un maggior sforzo della diplomazia avrebbe fermato la concatenazione di ultimatum e di dichiarazioni di guerra: che si sa come iniziano, mai come finiscano. Ma ormai la Santa Alleanza era solo un ricordo. Per di più esageratamente odioso (*).
Aldo A. Mola
(*) Il XXXIX Congresso della Commissione Internazionale di Storia Militare si svolge al Centro Congressi di Torino dal 2 al 6 settembre. Alle 17 di oggi (domenica 1 settembre) alla Biblioteca Universitaria è inaugurata la mostra “I volti dei Militari Italiani”.