comunicato 084/2012 immagini
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Le riforme elettorali, documentazione video
"Le montagne si parlano", San Damiano, 19 luglio 2012
Un nuovo incontro sul tema della politica in montagna e della rappresentanza. Sintomi evidenti del momento di forte crisi e riscrittura delle regole e dei contenuti.
Inserito nel ciclo conferenze del Centro Giolitti (conferenza anomala? “No - risponde il presidente Bersani - fra gli scopi del Centro anche quello di essere di stimolo e attenzione al territorio”) questo di piena estate ha visto la partecipazione di più regioni (esponenti dalle valli piemontesi, francesi, valdostane e lombarde) e ha proposto un impegno diretto (costituita un'associazione "Alte terre"), invitando in sostanza a ricominciare a fare politica. Dove "politica" è da leggere come l'esercizio sul lungo periodo per il bene comune, concetto ben chiarito dall'assemblea: il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista al bene delle prossime generazioni. Convergenti le relazioni, secondo le differenti esperienze, portate al tavolo dei relatori: “occorre fare chiarezza e dare voce e visibilità diretta ai montanari, cioè mettere al centro di qualsiasi forma di rappresentanza chi nel monte vive e lavora. Se cambiamento e sacrificio sono evidenti necessità di questa crisi di sistema globale, sia cambiamento sia per la città che gli altri territori, cambi l'una e cambino gli altri, non solo le cosiddette periferie”, il succo dei pensieri giunti da Luciano Caveri (valdostano, capo Delegazione italiana al Comitato delle Regioni); Pierre Martin Charpenel, presidente associazione Indignés de l'Ubaye; Natale Carlotto; Dioli (associazione “Valtellina nel futuro”); Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino di Susa; Roberto Colombero, pres. Comunità Montana Valli Grana e Maira; Carlo Malerba, amm. delegato Maira spa. Non a caso presidente della nuova associazione “Alte terre” è Giorgio Alifredi, intellettuale e pastore, ben conosciuto in valle Maira per il carattere riservato, anche lui ben cosciente che non ci si può mettere da parte e attendere che la montagna sia solo considerata un parco giochi. Parole nuove o riciclate? Già ascoltate in val Maira, per molti versi laboratorio negli anni in campo culturale ed economoco (Espaci Occitan, Centro Giolitti, Maira Spa), ma ora condivise in altre regioni e oltralpe, come confermano le relazioni pervenute da Anna Giorgi, à direttrice Ente Italiano della Montagna e da Robi Ronza (dir. rivista “Confronti” regione Lombardia): “Il futuro delle aree montane può passare solo attraverso le teste e le mani di chi in montagna ci vive, abbandonando la logica assistenzialista secondo politiche “urbano-centriche”. L’idea di organizzare una “forza” endogena alpina è strategica. Insieme si deve lavorare perché le istanze di chi popola e presidia le aree montane trovino degno spazio nei processi decisionali, affinché i provvedimenti adottati non si declinino in mortificanti elargizioni una tantum per le aree ”marginali”, ma facciano parte di un piano strategico di valorizzazione e di sviluppo che non può che passare per le risorse delle aree montane: ambiente, territorio e tradizione, con tutti i frutti che questi generano, come l’energia, i prodotti agroalimentari tipici, il turismo, sennonché il contesto ideale nel quale “ospitare” attività ad alto contenuto professionale e tecnologico”.
Su giovannigiolitti.it le connessioni alle registrazioni video.
dal 28-1-010